lunedì 9 giugno 2014

Ma l’abito fa ancora il monaco? La risposta nella mostra “Abiti da lavoro”


Dal 25 giugno al 31 agosto alla Triennale di Milano sarà possibile visitare la mostra curata da Alessandro Guerriero e intitolata “Abiti da lavoro”, che presenterà 40 abiti da lavoro ideati da progettisti di tutto il mondo, come Alberto Aspesi, Gentucca Bini, Andrea Branzi, Elio Fiorucci, Antonio Marras, Franco Mazzucchelli, Alessandro Mendini, Angela Missoni, Issey Miyake, Vivienne Westwood, solo per citare i più conosciuti al grande pubblico. L’esposizione nasce anche dalla generosità di alcuni dei 40 progettisti coinvolti, che, insieme all’Associazione Tam-Tam, diretta dallo stesso Guerriero, hanno voluto accettare la sfida di Arkadia onlus per favorire l’inserimento lavorativo di giovani disabili. 
Knitted Dress di Erwinwurm
“Il percorso è quello usuale della sartoria: si insegna ai ragazzi che frequentano il workshop gratuito di Tam-Tam come si trasforma uno schizzo in un cartamodello. Trasmettiamo questi cartamodelli ad Arkadia Onlus, dove un gruppo di persone con disabilità li trasforma in abiti veri e propri. Abiti da Lavoro, appunto. Le ragazze e i ragazzi di Arkadia misurano, tagliano, cuciono, stirano. Lo stanno facendo anche in questo momento” raccontano Alessandra Zucchi e Alessandro Guerriero che in questi mesi hanno imbastito l’idea, tessuto la rete delle relazioni e coordinato la realizzazione della collezione dei 40 abiti in mostra. 
Oroval di Nathalie Dupasquier
Un tempo l’abito faceva il monaco, il metalmeccanico, l’avvocato, il banchiere, la signora alla moda, il fantino, il musicista, il cuoco, il marinaio, la prostituta, il poliziotto, il medico, il portiere, il giudice, il muratore. Ma oggi? Se prima era l’immagine che il mondo ci attribuiva – non si poteva lavorare in banca senza giacca e cravatta – oggi è l’immagine di ciò che vogliamo essere nel mondo. L’abito è corazza della condizione fisica, sociale, morale e culturale di ciascuno e che ciascuno sceglie per sé. “Abiti da lavoro” è una mostra collettiva che darà anche luogo il 3 luglio dalle 14.30 alle 22.00, al Teatro Agorà, al “Convegno Inusuale”. Durante l’incontro artisti, medici, scrittori, giornalisti, cuochi, psicologi, imprenditori, psicologi, editori, proporranno brevi suggestioni su "abiti", "lavoro", "corpo", "identità". Performance, proiezioni e parole si alterneranno alla lettura di brevi testi scritti da Giacomo D. Ghidelli. Il Convegno Inusuale si concluderà con un concerto jazz di Claudio Fasoli (sax), Luca Garlaschelli (double bass) e Massimo Minardi (chitarra elettrica).
Lumberjack di Vivienne Westwood

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